Domande Frequenti (F.A.Q.)

La procedura di onboarding consente alle amministrazioni pubbliche di dichiarare lo strumento di code hosting prescelto ai sensi delle Linee guida sull’acquisizione e il riuso di software, all’interno del quale le amministrazioni pubblicheranno il software di cui sono titolari. A seguito di questa procedura, le soluzioni software presenti nei repository (purché corredate da file descrittivi denominati publiccode.yml) saranno automaticamente indicizzate nel catalogo del software di Developers Italia.
Uno strumento di code hosting è una piattaforma che consente la pubblicazione di codice sorgente, organizzato in più repository. Gli strumenti di code hosting offrono spesso anche funzionalità legate all’evoluzione di un software quali sistemi di ticketing, processi per la contribuzione di codice da parte di terzi, area per il download dei rilasci, ecc. Esistono diverse piattaforme che espletano tali funzionalità e le Linee guida per l’acquisizione e il riuso di software per la Pubblica Amministrazione elencano una serie di di requisiti da soddisfare perché la piattaforma possa essere considerata adeguata. Per una descrizione di tali requisiti si vedano le linee guida.
Il processo inizia con la compilazione, da parte dell’ente, di un form con delle informazioni relative al referente (la persona che sta effettuando la registrazione), all’amministrazione e alla piattaforma di code hosting. Dopo un controllo (che può richiedere fino a 7 giorni lavorativi), l’Agenzia per l’Italia Digitale inviauna comunicazione via PEC all’indirizzo dell’ente comunicato attraverso il precedente form. Tale PEC contiene un link di conferma: aprendo tale link l’ente confermerà infatti la richiesta di onboarding e la procedurà potrà ritenersi conclusa.
La procedura di verifica dei dati inseriti avviene in modalità asincrona e può impiegare diversi giorni. Nel caso in cui il messaggio tardi più di 7 giorni lavorativi ad arrivare è possibile chiederne riscontro nei canali di comunicazione di Developers Italia (si veda la sezione contatti).
Il referente è la persona che effettua la richiesta di onboarding. Non è necessario che tale persona sia il rappresentante legale dell’ente, ma è ovviamente necessario che abbia i permessi o le deleghe interne per poter effettuare la richiesta. Tale nominativo sarà citato nella PEC indirizzata all’Amministrazione richiedente in modo da facilitare lo smistamento del messaggio all’interno dell’Amministrazione stessa. E’ necessario inserire nome e cognome del referente unitamente ad un numero di telefono che potrà essere utilizzato per richiedere eventuali chiarimenti.
L’indirizzo PEC è usato per confermare che il richiedente sia effettivamente l’Ente che per cui si sta inserendo lo strumento di code hosting. A quell’indirizzo arriverà una richiesta di conferma ed è quindi quello registrato in IndicePA per quell’Ente.
Se i dati riportati nei campi compilati automaticamente non dovessero essere corretti o non aggiornati è necessario aggiornarli presso IndicePA. Per farlo si veda la la guida di IndicePA.
In caso di errore è possibile richiedere la correzione mandando un’email a contatti@developers.italia.it.
Sì, nel caso in cui l’ente abbia il controllo di diverse organizzazioni su diverse piattaforme di code hosting è possibile effettuare molteplici richieste di onboarding, una per ogni piattaforma controllata. Si suggerisce, compatibilmente con i vincoli organizzativi dell’ente, di utilizzare un solo spazio di code hosting in modo da consolidare i repository in un solo luogo.
Il processo di onboarding si conclude dopo la seconda fase, ovvero quando verrà visualizzata la pagina di buona riuscita dell’operazione.
Lo svolgimento di una corretta procedura di onboarding non garantisce che il software inserito all’interno di uno dei repository contenuti nell’organizzazione indicata sia automaticamente inserito nel catalogo. Tra le cause è possibile citare:
  • Processo di onboarding incompleto.
  • Processo di onboarding completato da meno di 24 ore.
  • Il crawler effettua le sue operazioni di routine di notte. E’ consigliabile attendere la giornata seguente al termine del processo per visualizzare correttamente il software nel catalogo.
  • Mancanza del file “publiccode.yml” all’interno di uno dei repository contenuti nello strumento di code hosting.
  • Errori nel file “publiccode.yml”.
  • Se il file “publiccode.yml” inserito all’interno del repository in questione dovesse presentare degli errori, il crawler scarterà la sua indicizzazione che avverrà correttamente solo quando tali errori saranno corretti.
  • Violazione delle policy del catalogo.
Per maggiori informazioni sulle policy si vedano le policy.
Al momento non è possibile effettuare la rimozione automatica. Per ulteriori informazioni circa la rimozione di una organizzazione del catalogo è possibile chiedere informazioni nei canali di comunicazione di Developers Italia.
Il ruolo del referente è necessario esclusivamente in fase di inserimento iniziale. Pertanto non è necessario variare il nominativo a posteriori.
Verrà inviata una sola comunicazione all’indirizzo PEC segnalato. Tale comunicazione avrà come mittente un indirizzo PEC con dominio @agid.gov.it.
Per ricevere ulteriore supporto circa le corrette modalità di onboarding è possibile utilizzare gli strumenti di comunicazione messi a disposizione da Developers Italia quali il Forum, lo Slack o gli indirizzi mail di contatto. Per ulteriori informazioni è possibile consultare la sezione contatti di Developers Italia.
Si veda 7.
Si veda 7.
Sì, è possibile inserire la URL del proprio repository pubblico. Quest’ultimo, però, deve essere compatibile con le indicazioni presenti nelle linee guida.
No, la procedura di onboarding qui descritta è riservata alla Pubblica Amministrazione. Per includere software di terze parti si vedano le istruzioni presenti nel sito Developers Italia.